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Tex Avery: cento anni di vitale anarchia


Il 26 febbraio del 1908 a Taylor, Texas, nasceva Frederick Bean Avery, detto "Tex", forse il più geniale regista di cartoon che l'America abbia mai generato.

Dopo un apprendistato da animatore presso lo studio di Walter Lantz, alle prese con il seminale Oswald the Lucky Rabbit (il personaggio creato da Walt Disney che avrebbe dato origine a Mickey Mouse), nel 1935 Avery comincia la sua straordinaria carriera alla Warner Bros del grande produttore Leon Schlesinger, guidando il dipartimento d'animazione che avrebbe creato star animate del calibro di Bugs Bunny e Daffy Duck (entrambi sviluppati dal nostro), e allevato animatori di razza come Chuck Jones e Bob Clampett.

Lasciata la Warner per dissidi con Schlesinger, nel 1942 sarà la Metro-Goldwyn-Mayer di Fred Quimby a fornire ad Avery l'ambiente ideale per portare all'apice della maturazione il suo stile unico, che non avrebbe mancato di influenzare sostanzialmente chiunque abbia mai provato a realizzare cartoon negli Stati Uniti e oltre. Cieco dall'occhio sinistro a causa di un fermaglio conficcatosi per via di un gioco pericoloso con i colleghi di studio (quando ancora lavorava da Lantz), la sua mancanza di senso della profondità potrebbe essere stata decisiva nello sviluppo del suo approccio. Per Avery, l'animazione è il regno in cui tutto può accadere, e nei suoi film non ci sono regole che non possano essere violate, anche e soprattutto la "quinta parete", la divisione tra realtà e finzione, tra finzione e mezzo tecnico, tra personaggio, creatore e spettatore.

Maestro della meta-gag, della pellicola che si palesa e palesa la natura stessa della rappresentazione, ma anche della follia, del nonsense, del dinamismo, della violenza iperrealista e insieme antirealista, e di quella componente sessuale bandita interamente dalle leziosità disneyane, e molto ammorbidita anche in ambito Warner, l'anarchico Avery, grazie alla nuova libertà ottenuta nel periodo MGM, sfornerà i suoi più compiuti capolavori, dando vita a personaggi i cui nomi di per sé non risultano celebri quanto quelli delle grandi star dei cartoon dell'epoca d'oro, ma la cui potenza espressiva e simbolica rimane ancor oggi inalterata: la rossa esplosiva e il lupo arrapato (Red Hot Riding Hood, Swing Shift Cinderella), lo scoiattolo schizoide Screwy Squirrel (Screwball Squirrel) o l'imperturbabile botolo Droopy (Dumb-Hounded, Northwest Hounded Police, Señor Droopy) rappresentano modelli esemplari con cui anche a decenni di distanza resta impossibile non fare i conti, come dimostrano le tante emulazioni, da Jessica Rabbit agli Happy Tree Friends.