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Gianluigi Toccafondo: un pittore in movimento


Biennale di Venezia - all rights reservedGianluigi Toccafondo (San Marino, 1965) è un pittore, illustratore e cineasta di grande talento che ha avuto la sua formazione presso l'ISA di Urbino, un istituto d'arte che può vantare di essere stato il primo in Italia a dare spazio allo studio delle tecniche d'animazione. Toccafondo si avvicina al cinema proprio durante gli anni degli studi, quando inizia a pensare di infondere il movimento alla sua pittura. Le prime occasioni di lavoro nel campo dell'animazione avvengono a Milano, dove in pochi anni si afferma per il suo stile originale nel campo della grafica e della pubblicità. Solo per fare alcuni esempi, sarà sua l'animazione per la celebre campagna televisiva della Sambuca Molinari, così come il logo e la sigla della casa di produzione cinematografica Fandango e le copertine dei libri della casa editrice annessa, nonché alcune sigle per noti programmi televisivi come Avanzi e Tunnel.

Le criminel - all rights reservedAccanto a questa produzione ne esiste però un'altra meno conosciuta. Si tratta di sette cortometraggi d'animazione, opere d'autore che il pubblico ha poche occasioni di vedere. L'ispirazione prima di questi film è stato il lavoro di ceramista del padre, che gli ha permesso di apprezzare la bellezza di una forma in movimento e il fascino del passaggio da una figura all'altra, ancor più che quello dell'opera compiuta. Queste influenze emergono chiaramente nella continua metamorfosi delle figure, che fotogramma dopo fotogramma si allungano e si ricompongono fornendo ai suoi film un'eccezionale forza dinamica. Per i suoi cortometraggi Toccafondo sfrutta una metodologia di lavoro basata sulla rielaborazione dell'immagine: raramente parte dalla tavola bianca, più spesso utilizza immagini, foto o qualsiasi altro spunto preesistente per modificarlo e animarlo attraverso una pittura densa e trascinata. Così per il suo debutto cinematografico, La coda (1989), rielabora alcune immagini dai film di Buster Keaton, mentre per il successivo, La pista (1991, in collaborazione con Simona Mulazzani), prende spunto da alcune immagini del Ginger e Fred di Fellini. Nuovamente il cinema, ma in maniera differente, ispira Le criminel (1993), che propone atmosfere di genere noir.

La pista del maiale - all rights reservedDiverso l'approccio per Pinocchio (1999), in cui l'artista racconta alcuni degli episodi delle avventure del burattino in uno stile che si distacca totalmente dalla tradizione grafica delle favola, affermando definitivamente la straordinaria originalità del suo tratto. Legato ancora alla letteratura è Essere morti o essere vivi è la stessa cosa (2000), su immagini e parole di Pier Paolo Pasolini.

Non mancano i toni più personali: come già La pista del maiale (1992), il suo ultimo corto d'animazione, La piccola Russia (2003), si basa su spunti autobiografici e rurali, e forte dei suoi oltre 16 minuti di durata, rappresenta un'opera matura e complessa.

In ognuno di questi film si assiste a una trasformazione continua da un fotogramma all'altro, ma allo stesso tempo permane la straordinaria forza espressiva di ogni singolo quadro. Così da rendere l'opera di Gianluigi Toccafondo un punto straordinario di unione tra cinema e pittura.